Come stare bene con se stessi
Vuoi stare bene? Coltiva la presenza mentale
-testimonianza mindfulness-
Se vuoi conoscere una persona veramente mindful, fermati a osservare un bambino che gioca. La sua intenzione e la sua attenzione sono vive nel suo momento di gioco. Traspaiono la passione, la gioia, la gentilezza e l’accoglienza di ciò che c’è così com’è, in quel momento e senza giudizio. Lui vive e si gode questo momento presente.
Durante una formazione aziendale mi è stato chiesto un esempio pratico per comprendere cosa s’intenda per presenza mentale ed è stata un’ottima occasione per osservare metaforicamente come i più esperti di mindfulness possano essere proprio i bambini.
Il dottor Jon Kabat-Zinn, pioniere della Mindfulness in epoca moderna, la definisce come: “La consapevolezza che emerge prestando intenzionalmente attenzione, nel momento presente ed in modo non giudicante, al dispiegarsi dell’esperienza, momento per momento”.
La presenza è dunque una nostra attitudine innata, tuttavia nella crescita tendiamo a costruire diverse corazze che pensiamo siano utili a proteggerci dalle esperienze che incontriamo. Queste sovrastrutture attivano dei piloti automatici cioè dei modi automatici con cui, in base alle situazioni, reagiamo automaticamente, senza essere davvero presenti.
Via via, questi meccanismi tendono ad offuscare e soffocare quella sensibilità interiore, pura e naturale che è innata in ognuno di noi.
Ora, da adulti, ci interessa solo sapere che quella sensibilità autentica, è già dentro di noi, non c’è nulla di nuovo da imparare e quindi l’invito è di prendere contatto con il nostro bambino interiore e dargli voce.
Come?
La Mindfulness ed il Counseling possono accompagnarti per rispolverare queste competenze innate e liberarti dai pesi e delle infrastrutture costruite negli anni.