Perché l’intenzione conta
Contattare un professionista di Counseling e Mindfulness
Il numero di telefono è appoggiato sul tavolo della cucina ormai da giorni. Nome, cognome e numero di telefono.
L’amica che mi ha consigliato questo professionista mi ha garantito, per esperienza personale, che si tratta di una persona competente e accogliente, ma allora, perché ogni volta che prendo coraggio per chiamare e fissare un primo incontro, iniziano a scorrere nella mia mente vari pensieri che un po’ mi bloccano?
“Forse la fatica che sento si risolverà col tempo, meglio attendere”, oppure “Temo che il mio problema sia molto grave e devo pensare meglio a come esporlo, prendo tempo” oppure “Oggi ho molti impegni e me ne occuperò domani” oppure “ Me la caverò da solo” oppure “Saranno soldi spesi bene?”.
Prenditi cura di te
Diverse persone mi raccontano, di questi e molti altri pensieri che affollano la mente prima di contattarmi, distogliendola da ciò che serve loro: prendersi cura di sé.
La cura di sé può nascere solo da noi stessi.
Il primo passo è sentire e riconoscere il bisogno che ci spinge a chiedere aiuto.
Il secondo passo sarà accogliere questo bisogno come legittimo
Il terzo passo è sostenere questa possibilità di cura di noi stessi coltivando l’intenzione.
Il dizionario suggerisce che “L’intenzione è la partecipazione della volontà e dell’intelligenza nel decidere e compiere un’azione”.
L’intenzione è infatti promossa dalla mente che genera un pensiero o un azione nel momento presente e la genera a partire dalle informazioni che raccoglie dal corpo, dai pensieri e dalle emozioni.
Ognuno di noi dunque, può generare in modo intenzionale la spinta a prendersi cura di sé autonomamente, con più o meno energia.
Quale è il momento giusto per chiedere aiuto?
Quando sentiamo e legittimiamo il bisogno di prenderci cura di noi, attraverso una “guida” che ci accompagni in questo viaggio di scoperta e benessere, allora è il momento giusto per contattare un professionista.
Fin dal primo contatto, le persone chiedono ascolto, riconoscimento del proprio vissuto, un aiuto a vedere una direzione chiara, possibile di Ben Essere.
Dopo questo primo passo, sarà compito del professionista, comprendere, approfondire e orientare la richiesta d’aiuto espressa inizialmente, cercando di restituirla “decontaminata” (E. Berne) ai protagonisti.
Molto frequentemente, infatti, la domanda iniziale d’aiuto non può essere colta alla lettera in quanto “L’essenziale si trova spesso altrove”, quindi diviene molto importante accogliere la domanda esplicita e prestare ascolto alle parole non dette, alle emozioni silenti riformulandole e condividendone il senso.
Servono cura, prudenza e rispetto per iniziare a districare i fili del racconto e consentire l’apertura di uno spazio progettuale di connessione, sostegno e cura in cui counselor e cliente sono soggetti attivi, in una relazione autentica ed empatica tra di loro, promossa da una reciproca intenzione condivisa.
Se desiderate prendervi cura di voi stessi attraverso il Counseling e la Mindfulness, consultate questo sito e contattatemi.
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