
Sei uno di buon senso?
Paura, smarrimento, ricerca di direzione, buon senso, sono solo alcune delle parole chiave che si presentano spesso nei racconti delle persone con cui sto lavorando di questi tempi.
Vi riporto la preziosa testimonianza di “Carlo” che potremmo intitolare cosi: Testimonianza sul valore del buonsenso negli adulti oggi.
Carlo è dirigente in un’azienda multinazionale in Lombardia, ha una compagna e due figlie ancora piccole, in età prescolare.
Siamo a fine marzo e mi chiede un percorso, via skype, per approfondire insieme la propria situazione lavorativa e personale. Sente di non avere una direzione chiara o di averla un po’ offuscata dalla paura respirata in questo difficile momento storico, sanitario e politico.
Le sue paure riguardano la perdita o riduzione del lavoro e la conseguente gestione e serenità familiare.
Mi dice anche di sentirsi disorientato per via delle indicazioni politiche e sanitarie a volte contrastanti o oscillanti. Mi racconta di sentirsi in difficoltà un po’ come un bambino che attende che i genitori gli diano indicazioni chiare e coerenti ma queste tardano ad arrivare. Tuttavia è un adulto consapevole e dunque sa che questa attesa è improduttiva o parzialmente efficace e sente di dover ripartire da sé per cercare la forza e recuperare l’orientamento.
Ha ricevuto un’educazione che lo ha sempre incoraggiato al senso critico e alle scelte consapevoli fin da piccolo e questo potrà essere un elemento in suo favore.
Il suo desiderio è ritrovare una propria personale direzione che lo indirizzi nei propri obiettivi e nelle scelte ma soprattutto che lo rinforzi interiormente in modo da attraversare questo periodo incerto in modo più sereno. Una sorta di buonsenso personale connesso al bene comune.
Concordiamo di recuperare la direzione lavorando sul buonsenso dell’Adulto (inteso come stato dell’Io Adulto in Analisi Transazionale) che compie scelte libere e consapevoli nel rispetto di sé e degli altri, al fine di rinforzare la centratura personale che possa essere di supporto soprattutto in periodi di incertezza come questo.
Il buonsènso, scrive la Treccani 2020, è la capacità naturale, istintiva, di giudicare rettamente, soprattutto in vista delle necessità pratiche.
Oggi capita che il buonsenso venga confuso con l’opinione personale e per alcuni sembra connotarsi con un certo senso di superficialità.
Ma quale era anticamente il senso buono?
Come scrive il linguista Vittorio Coletti, la valenza razionale di senso si poteva cogliere già in certi usi medievali della parola col valore generico di ‘intelletto, intelligenza, sentimento superiore’ (Petrarca)…
Il successo del buonsenso, continua Coletti, esplode nel XVIII secolo, quando si presenta come una variante familiare della ragione illuminata. Da allora però inizia anche il suo scivolamento verso il senso comune, ora inteso sempre più spesso come generico ‘sentire, opinione della maggioranza’: una deriva semanticamente e culturalmente pericolosa, che rischia di smarrire una differenza importante, perché il buonsenso inteso come uso moderato, equilibrato della ragione non coincide, purtroppo, col senso comune, come ci ricorda il Manzoni nei Promessi sposi:
“Il buon senso c’era; ma se ne stava nascosto, per paura del senso comune”.
Il Manzoni parlava dell’epidemia della peste. Questo tema, tornato e divenuto attuale anche oggi con l’epidemia del coronavirus, fa riaffiorare come allora, paure, smarrimento, senso di impotenza, incertezza e giudizi contrastanti nel senso comune.
Speriamo che, diversamente dal Seicento, il buonsenso non abbia timore del senso comune e manifesti la sua intelligenza a sostegno della giusta direzione di vita che ognuno di noi può scegliere di seguire nel rispetto di sé e del bene collettivo!
Occorre ripartire da noi dunque.
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